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La Svizzera sommersa dai casi di riciclaggio di denaro

Le banche svizzere gestiscono il 30% dei patrimoni mondiali offshore Reuters

In seguito a diversi casi di riciclaggio di denaro sporco, la Svizzera stenta a scrollarsi di dosso l'immagine di una destinazione privilegiata per fondi di origine criminale. La piazza finanziaria ha le sue colpe o è solo vittima del suo successo?

All’inizio di quest’anno, il Ministero pubblico della Confederazione ha congelato dei conti bancari in relazione alla vicenda russa di frode fiscale Magnitsky, una denuncia penale è stata sporta contro il clan malese Taib e sono emersi fondi neri per 27 milioni di franchi appartenenti a Luis Barcenas, un politico spagnolo implicato in uno scandalo di corruzione.

Le autorità svizzere di sorveglianza sono state accusate a più riprese di non essere abbastanza severe contro le banche. Un compito tutt’altro che facile, però, dal momento che i maggiori istituti bancari svizzeri detengono circa il 30 per cento dei patrimoni mondiali depositati offshore, ossia al di fuori dei confini nazionali dei loro detentori.

Secondo Gretta Fenner dell’Institute on Governance di Basilea, questo problema è dovuto in buona parte al fatto che la Svizzera è da tempo molto attrattiva per i capitali stranieri. Le qualità elvetiche apprezzate dai clienti onesti – ad esempio stabilità, sicurezza, e confidenzialità – sono considerate dei vantaggi anche da funzionari corrotti e criminali.

Questo è però un motivo in più per inasprire il più possibile la legislazione, afferma Gretta Fenner. “Dobbiamo rafforzare ulteriormente la normativa legale. Non credo che stiamo facendo abbastanza in Svizzera”, dichiara l’esperta.

La Svizzera non rappresenta tuttavia un caso isolato, ricorda Gretta Fenner. Anche altri centri finanziari, as esempio la City di Londra, si vedono regolarmente confrontati alle stesse critiche.

“Le autorità di regolamentazione non stanno facendo il loro lavoro correttamente: non sono abbastanza severe con le banche. Di conseguenza, queste ultime possono continuare ad essere troppo negligenti e, talvolta, a preferire gli interessi economici a scapito del rispetto delle leggi”, afferma Gretta Fenner.

Per l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), “è evidente che non è possibile sedersi e rilassarsi” in questo settore. “Per questo motivo, la Finma consacra grande attenzione al problema e indaga regolarmente ogni qualvolta vi sono degli indizi di riciclaggio di denaro sporco”.

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Attività sospette

Le autorità svizzere hanno istituito un vasto sistema di notifica delle attività sospette di riciclaggio di denaro. I collaboratori delle banche e degli altri intermediari finanziari sono tenuti a registrare i casi sospetti in moduli speciali e a segnalarli all’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS) a Berna.

Nel quadro di questa procedura, i conti in questione devono essere congelati per cinque giorni, in attesa di una decisione su come procedere da parte delle autorità.

Nel 2011, in seguito tra l’altro alla Primavera araba, si è registrato un forte aumento delle segnalazioni: 1625 casi sono stati comunicati al MROS. Di questi, il 91% è stato poi trasmesso alle autorità federali e cantonali di perseguimento penale. La somma totale dei beni patrimoniali segnalati nelle comunicazioni di sospetto ha superato i 3 miliardi di franchi.

“Abbiamo diversi strumenti che possiamo usare per verificare le informazioni. Abbiamo accesso a varie banche dati e possiamo anche richiedere dei dati agli uffici analoghi degli altri paesi, le Unità d’informazione finanziaria”, indica Stiliano Ordolli, collaboratore del MROS.

Lo scorso anno l’allora vice primo ministro russo Viktor Zubkov aveva reso noto che 33 miliardi di dollari erano stati trasferiti all’estero nell’ambito di attività di riciclaggio di denaro.

Questi fondi sono stati depositati soprattutto a Cipro, Francia, Gran Bretagna, Hong Kong, Lettonia e Svizzera, ha affermato Zubkov, secondo il quale il forte aumento degli acquisti di immobili da parte di cittadini russi all’estero va probabilmente collegato al fenomeno del riciclaggio di denaro.

Il riciclaggio di denaro concerne le operazioni volte ad immettere nell’economia legale fondi o beni acquisiti in modo criminale, allo scopo di mascherare la loro vera origine illegale.L’immissione può avvenire in tre fasi.

Collocamento. In questa fase i valori patrimoniali (ad es. denaro contante) vengono versati presso banche e trasformati quindi in scritture contabili, oppure utilizzati per acquisire beni patrimoniali liquidabili a breve termine.

Sostituzione o trasferimento: L’obiettivo di questa fase è la dissimulazione del denaro collocato nell’ambito della fase 1. A tal fine vengono spesso eseguite operazioni finanziarie complesse di tipo transfrontaliero che presuppongono talvolta il coinvolgimento di banche offshore e società fittizie.

Integrazione: La fase di integrazione si riferisce all’integrazione delle attività nel diritto dell’economia. Essa può essere effettuata attraverso l’acquisizione di beni (ad esempio, beni immobili o metalli preziosi), l’acquisizione di società o altro.

(Fonte Associazione svizzera dei banchieri)

Lista nera

Nel dicembre scorso, per lottare contro il riciclaggio di denaro sporco proveniente dalla Russia, il Congresso americano ha adottato la cosiddetta legge Magnitsky, dal nome di un avvocato russo che aveva denunciato un vasto caso di corruzione di funzionari ed era deceduto nel 2009 mentre si trovava in carcere a Mosca. La legge impone il blocco dei fondi neri e la soppressione dei visti per una sessantina di funzionari russi che sarebbero coinvolti in questa vicenda.

Non si potrebbe istituire una lista nera per tutte le persone implicate in casi di riciclaggio di denaro? “Alle banche farebbe piacere una proposta simile”, ritiene Gretta Fenner. “Il dibattito permanente tra le banche e le autorità di regolamentazione concerne spesso questo punto: diteci quali clienti non vanno accettati e noi smetteremo subito di trattare con loro”.

Le banche si ritrovano invece costrette a seguire il concetto di “persone politicamente esposte” (PEP) e ad applicare loro stesse le misure di controllo. “Non credo che si troverà mai un accordo su una lista esaustiva di individui sospetti, soprattutto a livello internazionale”, aggiunge Gretta Fenner.

Secondo Thomas Sutter, portavoce dell’Associazione svizzera dei banchieri, le banche sarebbe sicuramente interessate ad una lista ufficiale di potenziali clienti, che andrebbero esclusi a causa del rischio di riciclaggio. A suo avviso, rimane però aperta la questione di sapere chi sarebbe stato responsabile della creazione di una tale lista.

“Naturalmente, un tale elenco dovrebbe essere sostenuto a livello internazionale”, dichiara Thomas Sutter. “Ma non spetta alle banche di stilare una simile lista”.

Pochi perseguimenti

Fino ad oggi, gli intermediari finanziari che, consapevolmente o per negligenza, trattano con clienti sospetti, vengono raramente puniti. I dossier trasmessi dal MROS alle autorità di perseguimento hanno portato solo in pochissimi casi a procedimenti penali.

Rimane però difficile valutare se la Finma opera con la necessaria severità nei confronti delle istituzioni finanziarie che controlla. L’interazione tra le due parti si svolge a porte chiuse e la Finma non commenta singoli casi.

Un portavoce della Finma sottolinea comunque che le autorità di controllo svizzere hanno ottenuto il sigillo di approvazione da parte del Gruppo di azione finanziaria (GAFI), l’organismo intergovernativo che fissa gli standard internazionali nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il trattamento delle persone politicamente esposte. La Svizzera figura nel 16% delle giurisdizioni che sono “in gran parte conformi” alle norme del GAFI.

L’Associazione svizzera dei banchieri fa notare che la Svizzera è l’unico paese al mondo che ha introdotto regole dettagliate e vincolanti per far fronte al riciclaggio di denaro. Nel suo sito internet, l’associazione afferma il settore finanziario svizzero non vuole denaro di provenienza criminale e combatte attivamente contro il riciclaggio di denaro.

1. Cina 420,3 miliardi di dollari

2. Malesia 64,3

3. Messico 51,

4. Russia 43,6

5. Arabia Saudita 38,3

6. Iraq 22,2

7. Nigeria 19,6

8. Costa Rica 17,5

9. Filippine 16,6

10. Thailandia. 12,3

Fonte: Global Financial Integrity (GFI)

Traduzione di Armando Mombelli

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