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Caso Lauber: avviata procedura di destituzione

fotografo immortale il procuratore della confederazione
"È andata bene": al termine dell'audizione Michael Lauber sembrava ottimista. A torto. Keystone / Peter Klaunzer

La commissione giudiziaria del Parlamento svizzero ha avviato mercoledì un procedimento di destituzione contro il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber.

La decisione della commissione parlamentare – avallata per 13 voti a quattro – rappresenta una prima assoluta in Svizzera. Mai prima d’ora, infatti, un procuratore generale, ossia il responsabile del Ministero pubblico della Confederazione (MPC), competente per reati contro la sicurezza dello Stato, casi di riciclaggio di denaro, di terrorismo o di criminalità organizzata, era stato oggetto di una simile procedura.

Michael Lauber è sospettato di gravi violazioni dei doveri d’ufficio in merito alla vicenda relativa agli incontri – non verbalizzati e non documentati – avvenuti tra di lui e il presidente della FIFA Gianni Infantino, circa i procedimenti in cui è coinvolta (come parte querelante) la federazione internazionale per l’assegnazione dei Mondiali alla Russia e al Qatar.

L’annuncio è stato fatto dal presidente della commissione, il consigliere agli Stati Andrea Caroni, il quale ha aggiunto che sul caso sono previste ulteriori verifiche.

La decisione è stata presa dopo un’audizione del procuratore federale. Al termine del colloquio, Lauber aveva dichiarato che l’incontro era “andato bene”.

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Secondo la Legge federale sull’organizzazione delle autorità penali della Confederazione, è possibile destituire un membro del Ministero pubblico della Confederazione (MPC), prima della scadenza del suo mandato, se esso ha violato gravemente i suoi doveri d’ufficio intenzionalmente o per negligenza grave, oppure se ha durevolmente perso la capacità di esercitare il suo ufficio. Secondo Caroni, entrambe le condizioni sono soddisfatte.

Audizione in due parti

L’audizione a Lauber si è svolta in due parti: la prima dedicata alle mancanze di cui il procuratore generale si è reso colpevole sia prima, sia durante il procedimento disciplinare aperto lo scorso maggio da parte dell’Autorità di vigilanza del Ministero pubblico della Confederazione.

Lo scorso marzo quest’ultima ha concluso che il magistrato ha infranto diversi doveri d’ufficio: ha ripetutamente detto il falso, ha agito in modo sleale e ha violato il codice di condotta dell’MPC in modo “gravemente negligente”.

L’autorità di vigilanza aveva quindi deciso di imporre a Lauber – quale sanzione disciplinare – una riduzione salariale dell’8% per un anno (il massimo consentito ammonta al 10%) pari a un taglio di 23’827 franchi su uno stipendio annuo di 297’844 franchi. Il procuratore generale ha però deciso di fare ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF), accusando – tra le altre cose – di parzialità l’Autorità di vigilanza.

Una minoranza della Commissione giudiziaria era dell’opinione che prima di decidere in merito all’apertura di un procedimento si sarebbe dovuto attendere la sentenza del TAF. Il suo verdetto – atteso per l’estate – sarà probabilmente l’ago della bilancia in questa controversa questione.

Inoltre, nella seconda parte dell’audizione, la commissione ha ascoltato Lauber su fatti resi pubblici dopo lo scorso 2 marzo, “in particolare sulle rilevazioni concernenti altri presunti contatti tra la FIFA e gli inquirenti federali, la pubblicazione di uno scambio di e-mail sulle intenzioni di Gianni Infantino nella primavera 2016 e la prescrizione – avvenuta lo scorso 27 aprile – del primo processo FIFA“, si legge in una notaCollegamento esterno dei servizi parlamentari.

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L’ultima parola al Parlamento

Se la Commissione, al termine del procedimento (considerando anche la sentenza del TAF), constaterà che Lauber ha effettivamente violato gravemente – in modo intenzionale o per negligenza grave – i suoi doveri d’ufficio, essa trasmetterà una proposta di destituzione all’Assemblea federale.

Il Parlamento dovrà poi decidere in merito. In caso contrario il procedimento sarà abbandonato. È tuttavia improbabile che le due Camere si esprimeranno già nel corso della Sessione estiva di giugno, poiché “è troppo presto”, ha spiegato Caroni.

La questione di un’eventuale richiesta di dimissioni da parte di Lauber non è stata presa in considerazione dalla Commissione, ha precisato Caroni rispondendo ai giornalisti a Berna. Non è infatti compito suo convincere qualcuno a dimettersi, ha aggiunto.

Pressione politica

Diversi parlamentari ritengono che l’allontanamento di Lauber sia la migliore soluzione. A inizio maggio i gruppi parlamentari del Partito socialisti e dei partiti di centro hanno chiesto al procuratore generale di dimettersi.

Lo scorso settembre, il Parlamento aveva rieletto di misura Lauber a capo dell’MPC fino al 2023. I voti erano stati solo 129 voti sui 243 validi, poco al di sopra dei 122 necessari.

Le sue dimissioni erano già state richieste in precedenza in Parlamento e la commissione giuridica si era pronunciata contro la rielezione di Lauber.

“Nessuna ripercussione sulle attività dell’MPC”

In una breve presa di posizione inviata all’agenzia Keystone-ATS, la Procura federale ha indicato che l’avvio del procedimento nei confronti di Lauber non ha “alcuna ripercussione sulle attività operative” del MPC.

Lauber, dal canto suo, ha preso atto dell’apertura di tale procedimento, aggiungendo che continuerà ad assumere la responsabilità gestionale conferitagli dal Parlamento.

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