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Putin presenta la sua riforma costituzionale

Immagine complessiva di un enorme sala gremita, con maxi-schermi e, lontano, un pulpito da cui parla Putin
Lo 'sprint' sulla riforma della Costituzione ha colto molti di sorpresa. Keystone / Shamil Zhumatov / Pool

Il premier russo Dmitri Medvedev e il suo governo hanno rassegnato le dimissioni mercoledì, dopo il discorso annuale sullo stato della Federazione pronunciato dal presidente Vladimir Putin di fronte alle Camere riunite e ai dirigenti statali. Putin ha presentato una riforma costituzionale volta a rafforzare il ruolo di Parlamento e governo a scapito dei poteri del presidente. Un ruolo per il quale non potrà essere rieletto nel 2024.

Alla carica di primo ministro, il leader del Cremlino ha proposto il capo del servizio fiscale federale Mikhail Mishustin, nomina che dovrà essere ratificata dalla camera bassa del Parlamento (la Duma). A Medvedev, il presidente ha invece annunciato di voler assegnare la carica ad hoc di vice-capo del Consiglio di sicurezza russo.

Lo stato della Federazione

I russi vogliono vedere cambiamenti e il governo deve adattarsi per garantire l’attuazione del programma di sviluppo del Paese, ha detto Vladimir Putin nel discorso tenuto “per la prima volta a inizio anno”, per dare una spinta alle riforme.

Il presidente russo ha annunciato un sostanzioso programma di sostegno alle famiglie con basso reddito. I redditi modesti nonostante entrambi i genitori lavorino, ha detto, rappresentano una minaccia diretta al futuro demografico del Paese. È un “problema acuto”. Il 70-80% di tali famiglie ha figli.

Obiettivo del programma è arrivare entro il 2024 a un tasso di natalità dell’1,7. Tra le misure annunciate ci sono un sussidio mensile di 11’000 rubli (circa 160 euro) per ogni figlio dai 3 ai 7 anni e un ‘bonus bebè’ di 466’000 rubli (circa 6’800 euro) già alla nascita del primo figlio, con un aumento dell’assegno se ne arriva un secondo.

Il riequilibrio dei poteri

Quanto alla Costituzione, una cui riforma era stata evocata nel ‘punto‘ annuale di fronte alla stampa, la Russia non ha bisogno di una nuova carta fondamentale poiché il suo potenziale “è ancora attuale”, ha spiegato Putin, ma è possibile procedere ad alcune modifiche per meglio “bilanciare” i poteri dello Stato.

Tra le modifiche suggerite, del resto, c’è il vincolo per il presidente “a non più di due mandati”, senza l’aggettivo ‘consecutivi’. Significa che Putin non rivestirebbe mai più tale carica dopo il 2024.

La riforma -che dovrà essere sottoposta a “consultazione popolare”- include il divieto per gli alti funzionari ad avere “altri passaporti” oltre a quello russo, nonché il potere alla Duma di nominare premier, vice premier e ministri, pur lasciando al capo dello Stato il potere di rimuoverli.

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Parlando col presidente Putin, Medvedev ha detto di ritenere “giusto, sulla scia delle proposte di modifica della Costituzione” e per i “cambiamenti significativi” che si avranno nell’equilibrio dei poteri dello Stato, che il governo si dimetta, così da offrire al presidente “l’opportunità di prendere tutte le decisioni necessarie”.

Putin, riporta l’agenzia Tass, ha ringraziato l’esecutivo per il lavoro svolto ed espresso soddisfazione per i risultati ottenuti col “lavoro congiunto”.
 

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