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Il Gripen tornerà a far discutere la politica svizzera?

Nel 2014, il popolo svizzero aveva detto “no” all’acquisto di 22 aerei Gripen per l’esercito. Mercoledì il governo ha annunciato che per rinnovare la flotta aerea elvetica verranno spesi al massimo 8 miliardi di franchi per caccia e sistema missilistico. Solo in un secondo momento verrà deciso quale velivolo comprare, ma il jet di produzione svedese sembra essere fra le opzioni più gettonate. Una votazione popolare, però, potrebbe mandare ancora tutto all’aria. 

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Una spesa massima di otto miliardi di franchi per nuovi aerei da combattimento e un nuovo sistema di difesa terra-aria. Il governo elvetico ha deciso di muoversi in questo senso per il rinnovo dei velivoli delle forze aeree. 

Gli attuali mezzi, ha spiegato mercoledì il ministro della difesa Guy Parmelin, a medio termine avranno raggiunto il limite dei loro anni di utilizzo. I trenta F/A-18 possono essere impiegati ancora fino al 2030, mentre i 53 caccia F-5 Tiger non sono già più adeguati per veri interventi, anche se 26 volano regolarmente.

L’Esecutivo ha incaricato il Dipartimento federale della difesa (DDPS) di studiare, entro febbraio 2018, possibili varianti concrete di intervento.

Ed entra qui in gioco di nuovo quello che era stato definito “aereo di carta” o “modello Ikea”, il Gripen. Il suo acquisto era stato bocciato dalla popolazione svizzera nel 2014. 

Nel giugno di quest’anno il nuovo modello “E” del velivolo della Saab non è più solo un progetto, ma sfreccia già nei cieli svedesi e l’amministrazione federale sembra continuare a considerarlo come la migliore opzione per la Svizzera, a causa del buon rapporto qualità/prezzo. 

Un po’ scettiche sono, paradossalmente, le forze armate. Il modello è così nuovo che nessuno l’ha ancora impiegato. In più, dopo la bocciatura alle urne, la sua immagine non è delle migliori. 

Votazione probabile

I problemi del dipartimento della difesa non si limitano però solo alla scelta del velivolo. Dovrà decidere se finanziare l’acquisto tramite un fondo speciale, che sarebbe soggetto a referendum, o se farlo attraverso il budget ordinario dell’esercito. E anche in quest’ultimo caso, dato il tema così scottante, non è per niente escluso che venga lanciata un’iniziativa popolare per opporsi all’acquisto.  

La spesa di 8 miliardi, infatti, non fa l’unanimità. Mentre l’UDC (destra conservatrice) la considera “un passo nella giusta direzione”, la sinistra vi si oppone fortemente. Secondo il partito socialista i piani di Parmelin, che punta ad acquistare fino a 40 jet, sono largamente sovradimensionati. l’Austria, che ha una superficie doppia rispetto alla Confederazione, dispone della metà degli aerei.

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