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Energia atomica: superata o necessaria?

La centrale atomica di Mühleberg nel canton Berna. Keystone

Il 13 febbraio, il canton Berna voterà sulla costruzione di una nuova centrale atomica a Mühleberg nel 2020. Il voto permette di tastare il polso in vista di una decisione a livello nazionale e rilancia il dialogo per la scelta delle località dove sorgeranno nuove centrali atomiche.

La votazione di Berna è solamente di carattere  consultivo e il risultato non è vincolante. Ciononostante, la decisione segnerà in un certo senso il corso che verrà preso nei prossimi anni. Nel 2011, anche nei cantoni Vaud e Giura gli elettori saranno infatti chiamati ad esprimersi sull’energia atomica. Nel 2013 o nel 2014 ci sarà poi una votazione a livello nazionale sulla costruzione di nuove centrali atomiche.

Tre luoghi, due centrali

Alla fine del 2010, dopo lunghe trattative, le tre società energetiche Axpo, Alpiq e BKW si sono accordate sulla futura collaborazione nella pianificazione e costruzione di due nuove centrali nucleari. I costi previsti ammontano a 20 miliardi di franchi. Ma per queste due centrali, si sono proposte tre località: Gösgen, nel cantone Soletta, Beznau nel cantone Argovia e Mühleberg nel cantone Berna.

Sui territori di queste tre località ci sono attualmente tre centrali nucleari che hanno raggiunta una certa età: Beznau è entrata in funzione nel 1969, Mühleberg nel 1972 e Gösgen nel 1978.

Se gli elettori bernesi si pronunceranno contro una nuova centrale nucleare nel loro cantone, la località di Mühleberg non farà più parte della rosa dei candidati. Il governo cantonale bernese ha peraltro già dichiarato di voler accettare la decisione dell’elettorato.

Finora, il cantone prevalentemente borghese si è espresso per l’energia nucleare. La città ‘rosso-verde’, invece, nel mese di novembre 2010 ha votato a favore dell’abbandono del nucleare entro il 2039.

Due schieramenti opposti

I due schieramenti impegnati nella campagna sulla votazione per la sostituzione della centrale nucleare di Mühleberg si muovono su due fronti noti. I fautori ritengono che la costruzione di nuove centrali è inevitabile perché l’economia necessita di una fornitura di energia elettrica economica e sicura. È quanto afferma la consigliere nazionale bernese del Partito liberale radicale (PLR) Christa Markwalder.

Markwalder, che dirige il gruppo parlamentare per le energie rinnovabili, afferma di essere una grande sostenitrice delle energie alternative. A suo vedere, però, occorre rimanere realisti: «Con il solare e l’eolico è possibile produrre solamente lo 0,1% del fabbisogno energetico svizzero. L’energia nucleare fornisce invece il 40%». Questa percentuale non sarebbe sostituibile con le energie rinnovabili.

Ambiente e dipendenza

«Inoltre, dipenderemmo ancora di più dalle importazioni di energia dall’estero. Spesso questa energia viene prodotta con metodi ancora meno rispettosi dell’ambiente, per esempio nelle centrali a carbone o a gas. Non credo che un ragionamento di questo tipo rientri nelle nostre riflessioni ambientali», afferma Markwalder che si impegna nel comitato «Sì a Mühleberg».

Lo schieramento opposto, invece, vede le cose in modo completamente diverso: l’energia atomica sarebbe un modello superato: «oggi ci sono delle alternative molto migliori e meno pericolose», ribadisce Franziska Teuscher, consigliere nazionale bernese dei Verdi e membro del comitato «No a Mühleberg».

«Le alternative possono essere, da un parte l’efficienza energetica, dall’altra le energie rinnovabili come vento, acqua o legno. Queste possono coprire il fabbisogno e sostituire l’energia atomica».

Una previsione del Consiglio federale afferma a tale proposito che si potrebbe abbandonare completamente il nucleare entro il 2035, spiega Teuscher. «In base ad uno studio dell’istituto di consulenza in questioni ambientali Infras, la Svizzera potrebbe coprire il suo fabbisogno energetico anche senza costruire nuove centrali e potrebbe diventare indipendente a livello energetico».

Rischi

Gli oppositori ricordano i molti rischi e pericoli per l’ambiente e la popolazione legati alle centrali nucleari. Markwalder, però, relativizza questo punto: «Ho analizzato nel dettaglio tutti i rischi connessi alla produzione energetica in generale. L’anno scorso sono stata a Chernobyl e ho visto le conseguenze negative di un incidente di reattore».

Secondo la parlamentare del PLR, è soprattutto fondamentale avere il controllo e non dover dipendere da altri per quanto riguarda la sicurezza delle centrali atomiche.

Problema scorie

In base all’articolo 31 della legge sull’energia nucleare, i gestori di una centrale sono tenuti a «smaltire, a proprie spese e in modo sicuro, le scorie radioattive provenienti dall’impianto». Impresa tutt’altro che facile, considerando che ci vogliono circa 200 000 anni finché le scorie radioattive diventino innocue.

La Società cooperativa nazionale per lo smaltimento delle scorie radioattive (Nagra) cerca già da anni dei luoghi dove costruire depositi in profondità adatti allo stoccaggio definitivo delle scorie.

Dove immagazzinare i rifiuti atomici provenienti dalle centrali svizzere, rimane tuttavia una domanda aperta. Oggi le scorie sono stoccate in via transitoria a Würenlingen. Prima di poter aprire un deposito in profondità potrebbero passare ancora diversi decenni.

Il progetto Mühleberg II, soggetto della votazione bernese, comprende anche due grandi depositi transitori nei quali saranno immagazzinati rifiuti mediamente e altamente radioattivi.

Un dettaglio non trascurabile: le informazioni sui depositi di scorie del progetto Mühleberg II non sono menzionate nell’opuscolo informativo destinato agli elettori bernesi. Questa lacuna è stata oggetto di importanti critiche da parte del comitato degli oppositori.

Christa Markwalder spiega che in ogni caso, tutte le centrali nucleari dispongono di un deposito transitorio. Per quanto riguarda le scorie afferma: «Ovviamente, come per i rifiuti normali, anche per le scorie radioattive dobbiamo trovare una soluzione in Svizzera e non  possiamo esportarle».

Energia idrica: 55,8%

Energia atomica: 39,3%

Altre: 2,9%

Energie rinnovabili: 2% (sole, legno, biomassa, vento, geotermia e calore ambientale)

Fonte: Ufficio federale dell’energia (UFE)

Beznau I
Entrata in funzione: 1969

Beznau II
Entrata in funzione: 1972

Mühleberg
Entrata in funzione: 1972

Gösgen
Entrata in funzione: 1978

Leibstadt
Entrata in funzione: 1984

(traduzione e adattamento, Michela Montalbetti)

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