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L’agricoltura è importante per l’economia elvetica

L'agricoltura svizzera vale più di quanto possa apparire a prima vista secondo l'Unione svizzera dei contadini. In occasione della sua conferenza stampa annuale ha ricordato la sua utilità d'interesse pubblico e il suo valore reale.

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Visto che rappresenta meno dell’1% del prodotto interno lordo (Pil), l’agricoltura sembra essere meno importante per l’economia. Questa cifra non corrisponde tuttavia al valore reale del settore primario indigeno, ha indicato l’USC presentando il suo nuovo rapporto di fondo intitolato “L’importanza dell’agricoltura nell’economia”.

I grandi creatori di ricchezza che hanno la loro sede nella zona urbana, come l’industria farmaceutica, le banche e le assicurazioni, occultano l’esistenza delle regioni a forte carattere rurale la cui prosperità dipende in gran parte dall’agricoltura e dai settori del ramo alimentare, rileva l’USC.

Le famiglie contadine spendono annualmente circa 6,3 miliardi di franchi che finiscono quasi tutti nelle attività locali: commercio di macchine agricole, falegnameria, costruzione di stalle e servizi veterinari, per citarne solo qualcuno.

Tuttavia, l’agricoltura produce anche ogni anno materie prime e derrate alimentari di un valore di circa 10 miliardi di franchi. Con i trasformatori di prodotti e i commercianti ne risulta un mercato totale di circa 60 miliardi di franchi.

Un grande datore di lavoro

Su scala nazionale, con circa 300’000 posti lavoro, il settore assicura l’8% di tutti gli impieghi, secondo lo studio presentato dall’USC, precisando che in un quarto dei comuni svizzeri la percentuale sale al 25%.

L’agricoltura fornisce anche diverse prestazioni d’interesse pubblico alla collettività, ricorda Jacques Bourgeois, presidente dell’USC e consigliere nazionale. Gioca un ruolo essenziale nella cura del paesaggio, l’incoraggiamento della biodiversità, la sicurezza dell’approvvigionamento e il mantenimento di attività nelle regioni rurali.

Cura del paesaggio

Le sue prestazioni hanno “un valore anche se non hanno prezzi ufficiali”, sottolinea Bourgeois. Ritiene che per la cura del paesaggio “solo la falciatura degli 1,5 milioni di ettari di terreno agricolo costerebbe circa 6,2 miliardi di franchi all’anno” se fossero altre persone e non i contadini a farlo.

Dal momento che nessuno è pronto a pagare per questi beni, la politica deve assicurare – con incentivi corrispondenti – che tali beni siano prodotti nelle quantità richieste dalla società. È su questo punto che si basano la politica agricola e il sistema di pagamenti diretti, sottolinea l’USC.

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