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DSC: priorità 2017-2020, aumentare del 50% risorse per formazione

Il direttore della DSC Manuel Sager durante la conferenza stampa. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) vuole aumentare del 50% le risorse per la formazione di base e professionale per un totale di 630 milioni di franchi nei prossimi quattro anni.

Nella conferenza stampa annuale della DSC, il direttore Manuel Sager ha esposto gli obbiettivi del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017-2020, che “fissa cinque priorità strategiche”.

Esse sono: maggiori investimenti nell’aiuto di emergenza per proteggere le persone colpite da crisi e catastrofi; un aumento al 55% dei fondi (contro il precedente 45%) destinati a Medio Oriente, Nord Africa e Africa sub-sahariana, considerate regioni fragili; un maggior impegno nella riduzione della povertà e delle disparità, in particolare dando nuove prospettive ai giovani e alle donne; una collaborazione più intensa con il settore privato; un impegno globale nei settori dell’acqua, dei cambiamenti climatici, della salute, della sicurezza alimentare e della migrazione.

“Per quanto riguarda la politica migratoria, la DSC vuole innanzitutto combattere le cause della fuga e della migrazione, in particolare dando nuove prospettive ai giovani con l’aiuto della formazione”, ha spiegato Sager. Ma anche entrare in dialogo con i relativi governi. In futuro la DSC vuole lavorare di più a partenariati in questo settore in collaborazione con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM).

In Parlamento si mette sempre in discussione l’efficacia dell’aiuto allo sviluppo. Quando il Consiglio nazionale e degli Stati hanno approvato i crediti quadro per i prossimi quattro anni, hanno richiesto di essere informati regolarmente sul raggiungimento degli obiettivi e sull’efficacia in generale.

La misurazione dell’efficacia ha assunto una maggiore importanza nel nuovo messaggio, ha messo in evidenza Peter Bieler, capo della Sezione Valutazione e controllo di gestione. Ma già ora, ogni anno la DSC fa analizzare da esperti esterni oltre 100 progetti, “la maggior parte dei quali vengono valutati in modo soddisfacente, mentre nel 15-20% dei casi si segnalano margini di miglioramento”, ha dettagliato Bieler. Quest’ultimo ha precisato che in tale ambito confluisce lo 0,3% del budget, ciò che rientra nella media nel confronto con altre organizzazioni umanitarie.

Nell’anno in corso è previsto, tra le altre cose, di analizzare in modo approfondito l’efficacia dei contributi di base della DSC alle organizzazioni umanitarie svizzere. Non si tratta di esaminare singoli progetti, ma come i partenariati con queste ong possano essere migliorati, ha precisato Sager rispondendo a una domanda.

Chantal Nicod, a capo della divisione Africa occidentale della DSC, ha spiegato come la misurazione delle capacità aiuti anche, in caso di bisogno, ad adeguare i progetti o i programmi. Per esempio in Niger sono state adottate più “scuole mobili” poiché il tragitto da casa a scuola è risultato troppo pericoloso.

Nicod ha inoltre spiegato che il contributo della Svizzera al Partenariato mondiale dell’Educazione verrà portato da 6,5 milioni di franchi a 10 milioni, ciò che corrisponde comunque “solo” al 2% del fondo, ma che permette alla Confederazione di avere una forte influenza soprattutto nella formazione professionale nei contesti fragili.

Come esempi concreti nell’ambito dell’istruzione, Nicod ha anche citato il caso delle popolazioni pastorali nell’Africa occidentale, dove tramite un progetto elvetico portato avanti dal 2014 al 2016, oltre a dare accesso all’educazione di base a 8172 allevatori, si è avuta anche una diminuzione dei conflitti che coinvolgevano tale categoria di persone.

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