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Marchionne non ci sta: “Nessuna frode”

L'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ha notificato giovedì a FCA, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles, delle violazioni del Clear Air Act, ovvero le norme sull'inquinamento atmosferico. Veemente la reazione del numero uno del gruppo Sergio Marchionne. Problemi per Renault in Francia.

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L’eventuale truffa coinvolge circa 104mila veicoli diesel venduti negli Stati Uniti. Tutte vetture dotate di un software che maschera emissioni superiori agli standard legali. Si tratta di modelli del tipo Grand Cherokee e i Dodge Ram costruiti tra il 2014 e il 2016.

“Non abbiamo nessun interessa a frodate. La conscienza è pulita”

FCA rischia di incorrere in sanzioni come quelle che hanno toccato Volkswagen, anche se l’ampiezza delle manipolazioni è inferiore. Il colosso tedesco ha accettato proprio mercoledì un’intesa da oltre 4 miliardi di dollari. Mentre l’EPA afferma che proseguirà l’inchiesta sull’impatto delle violazioni, Sergio Marchionne non nasconde la sua rabbia per le accuse americane di violazione delle norme sulle emissioni diesel. Difende a spada tratta Fca e la sua etica e moralità. ”Che diano dell’immorale a me io posso sopravvivere”, ma non al gruppo che si è sempre comportato regolarmente, rispettando le regole: ”non c’è da parte nostra nessun interesse a frodare. Abbiamo la coscienza pulita”. Non spaventa Marchionne neanche la possibile sanzione fino a 4,6 miliardi di dollari: ”sopravviveremo”.

Multa che potrebbe superare i 4 miliardi di dollari

La violazione delle norme sulle emissioni per le auto diesel, con l’uso di un software illegale per aggirare i test, possono portare a una sanzione fino a 4,63 miliardi di dollari.

Immediata la reazione del titolo Fca, che affonda a Piazza Affari e Wall Street, arrivando a perdere fino al 18%. La casa automobilistica si difende, spiegando di rispettare le regole e dicendosi pronta a collaborare. Il caso Fca ”non ha nulla in comune con Volkswagen” afferma secco Sergio Marchionne.

Le violazioni di cui Fca è accusata implicano una sanzione fino a 44.539 dollari per auto, per un totale di 4,63 miliardi di dollari. In base agli stessi calcoli, Volkswagen per il dieselgate avrebbe potuto pagare una sanzione massima di 17 miliardi di dollari. 

A pochi giorni dall’addio dell’amministrazione Obama e a poche ore dal patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari con Volkswagen per il dieselgate, l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana punta il dito contro Fca, accusandola di aver usato un software per aggirare i test sulle emissioni diesel, consentendo così emissioni superiori ai limiti su circa 104mila auto. Nel mirino delle autorità americane, come detto, ci sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram con motore 3 litri diesel.

Fca è stata avvertita mercoledì dalle autorità che qualcosa era in arrivo, ed è venuta a conoscenza dell’oggetto solo nella prima mattinata di giovedì. ”Non c’è mai stata nessun intenzione” di installare software illegali, ”abbiamo effettuato tutte le comunicazioni” sui software, ha affermato giovedì in serata l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, sottolineando che ”la coscienza della nostra societa’ è pulita”. ”Non abbiamo rinvenuto alcuna indicazione” di tentativi di frode da parte ”dei nostri”, ha aggiunto. 

La strategia 2018 non cambia

Sergio Marchionne, nonostante il possibile coinvolgimento nel “Dieselgate” ha comunque confermato venerdì mattina gli obiettivi 2018 del gruppo automobilistico. 

Guai anche per Reanult

Tre giudici francesi indagheranno sui dispositivi utilizzati da Renault per controllare le emissioni dei suoi motori diesel che si sospetta siano truccati: è quanto riferisce la procura di Parigi. La notizia ha fatto crollare il titolo in borsa, che sta perdendo il 4,% a 82,05 euro. Il fascicolo giudiziario è stato aperto il 12 gennaio scorso. Dopo lo scandalo Volkswagen, una commissione indipendente di esperti aveva constatato l’importante sforamento del limite massimo di emissioni inquinanti su alcuni veicoli diesel venduti in Francia da diversi costruttori, tra cui Renault.



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