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Tonnellate di bombe e granate da rimuovere

Veduta aerea di una frana sovrastata da un prato; strade e case a valle
Sulla destra, la frana causata dalle eplosioni del 1947. © Keystone / Adrian Reusser

Non sarà sigillato né murato bensì sgomberato, il deposito di munizioni di Mitholz in parte esploso nel 1947. L'intenzione del gruppo di lavoro incaricato dal Dipartimento federale della difesa DDPS è di rimuovere le tonnellate di vecchie bombe e granate che ancora si trovano sotto il materiale franato allora. Un'operazione per la quale non è da escludere un'evacuazione prolungata della popolazione.

Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre del 1947, una serie di violente deflagrazioni si verificò nel deposito dell’Esercito svizzero sopra Mitholz, comune di Kandergrund, canton Berna. Settantadue anni dopo, il sito è sorvegliato: un sistema di misura consente una rilevazione precoce di eventuali spostamenti o cambiamenti di temperatura, e allertare la popolazione in caso di pericolo. Ma il materiale inesploso è ancora lì.

La frana ripresa da un punto di osservazione diverso, in prossimità di case.
La popolazione potrebbe essere evacuata a lungo durante i lavori. © Keystone / Gaetan Bally

Martedì, il ‘Gruppo di lavoro Mitholz’ ha informatoCollegamento esterno gli abitanti dei lavori realizzati finora per ridurre i rischi legati al deposito di munizioni. 

Non è invece stato stabilito un piano definitivo di rimozione: il meno rischioso per lavoratori e residenti sarà fissato nei prossimi mesi assieme alla popolazione stessa, che dovrebbe esprimersi in febbraio. Si tratta, in sostanza, di decidere da che parte entrare.

Ormai esclusa l’ipotesi di murare o sigillare il sito. “Quella variante non esiste più”, spiega Hanspeter Aellig, responsabile del progetto di valutazione. “A lungo termine avrebbe avuto solo svantaggi. Non vogliamo lasciare alle prossime generazioni una bomba ad orologeria”.

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Gli esperti raccomandano di approfondire sei varianti per ottenere l’eliminazione parziale o totale degli esplosivi. I costi non sono un criterio determinante nella scelta, ha precisato Aelling.

“Speriamo che il paese non debba svuotarsi per diversi anni”, dichiara dal canto suo la responsabile del Gruppo di lavoro Mitholz Brigitte Rindlisbacher. Tuttavia, “non possiamo promettere nulla: durerà una settimana, mesi o anni? Non lo sappiamo”. 

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Il costo dell’operazione sarà verosimilmente di decine, se non centinaia, di milioni di franchi.

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