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Sampietrini per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto

Sono passati esattamente 72 anni da quando, il 27 gennaio del 1945, l’Armata rossa liberava il campo di sterminio di Auschwitz. Le Nazioni Unite hanno scelto questa data come giorno simbolico per ricordare le vittime dell’Olocausto. Una giornata per non dimenticare anche chi ha combattuto contro la follia nazifascista e per rendere attenti sugli orrori dei nostri giorni.

 
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“Quest’anno ricordiamo in particolare le persona malate e indifese, che dal punto di vista del regime nazi erano ‘indegne di vivere’, e che sono state assassinate nell’ambito del cosiddetto ‘programma-eutanasia'”, ha detto il presidente del Parlamento tedesco Norbert Lammert.

“Intellettuali, filosofi, storici, artisti hanno dibattuto a lungo sulla reale impossibilità di descrivere pienamente, il sistema Auschwitz”, ha detto il presidente della Repuibblica, Sergio Mattarella parlando al Quirinale, “il silenzio di Dio”, evocato da Wiesel, ‘l’esilio della parola’ di cui parla André Neher, non possono costituire però un ostacolo al nostro diritto-dovere di conoscere, indagare, studiare, riflettere. E prevenire. Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci shoah provoca tuttora orrore e dolore”.

E la memoria della Shoah è anche nel lavoro dell’artista tedesco Gunter Demnig, che in giro per l’Europa ha già posizionato più di 60’000 sampietrini d’ottone davanti alle case dei deportati, per fare in modo che le loro vite non vengano dimenticate. 

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