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Il giorno perfetto di Martin Schulz

Il risultato di oggi scrive una pagina di storia del partito: Martin Schulz è stato eletto col 100% dei voti presidente dei socialdemocratici tedeschi, e con questa forza data dalla base sfiderà Angela Merkel alle urne il 24 settembre.

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“È l’inizio della conquista della cancelleria”, ha detto commentando l’esito dell’elezione, visibilmente commosso. “L’SPD deve diventare il partito più forte e io cancelliere”. Finora il record dei consensi era stato segnato da Kurt Schumacher che nel 1948 ebbe lo stesso incarico con il 99,71 per cento dei voti. Un record battuto domenica, con 605 voti su 605 a favore di Martin Schulz in una votazione pubblica, per alzata di mano.

L’umore dei compagni è alle stelle, e il passaggio del testimone fra Sigmar Gabriel, ora ministro degli Esteri, dopo aver rinunciato alle leadership del partito e alla sfida con Angela Merkel, non poteva avvenire in un clima migliore.

La sportività dell’avversario

Gabriel si è mostrato a dir poco sportivo, lasciando il campo con ammirevole onestà intellettuale e riconoscendo il carisma del successore, che ha tutti i numeri per vincere. Dal canto suo, in un discorso di 75 minuti, accolto con una lunga ovazione, Schulz ha annunciato che punterà su “giustizia, rispetto e dignità”.

L’europeista convinto ha affermato: “Il dovere di un cancelliere è tenere insieme un’Europa forte, attraverso una Germania forte. La Germania e l’Europa sono inseparabili”. In politica estera, polso fermo: “Chi indica la stampa come bugiarda, e ha un rapporto selettivo coi media, mette a rischio le radici della democrazia, che sia un membro di Pegida o il presidente degli Usa”, ha affermato, criticando Donald Trump. E anche con la Turchia: “Bisogna dire a Erdogan che così non va”. Parole durissime, poi, nei confronti dei populisti di ‘casa’: “L’Afd è una vergogna della Repubblica federale tedesca”, ha detto del partito di Frauke Petry, che sta perdendo vistosamente consensi.

Il programma

Ai tedeschi Schulz ha rinnovato la promessa di un’istruzione completamente gratuita, di colmare il divario fra gli stipendi di donne e uomini e di voler procurare più posti di lavoro stabili. L’ex presidente del Parlamento Ue ha riproposto la parabola personale dell’uomo di umili origini – “sono figlio di una casalinga e di un poliziotto, a scuola ero pigro…” – e ha continuato senza mai prender fiato fino ad affermare di esser pronto a diventare cancelliere. Prima di lui Gabriel lo ha introdotto con enorme entusiasmo: “Rinunciare alla guida del partito è stata una scelta difficile, ma è stata anche la migliore della mia vita”. “Sarai un leader forte come Willy Brandt – ha poi detto rivolgendosi all’amico Martin – perché in politica metti testa e cuore”. 
Anche Gabriel ha sottolineato che la forza di Schulz sta nell’esistenza che ha alle spalle, che lo rende vicino alla gente, in grado di capirla, e di “farsi commuovere dai loro destini”. “La politica non deve essere asettica come uno spazio clinico, ma deve – ha aggiunto – brillare di più”. 

Euforia verso la Cancelleria

L’umore alla Willy-Brandt-Haus è davvero euforico. Il partito mostra di voler cavalcare l’ondata di consensi, che stanno premiando il coraggioso cambio di leadership. “È finito il tempo del 20% – ha affermato Gabriel, parlando della lunga crisi alle spalle – il trend è di nuovo favorevole per i compagni”. Oltre ai numeri dei sondaggi, che vedono un testa a testa con la Cdu-Csu di Angela Merkel (intorno al 31-32%), dopo aver vissuto per anni uno scarto di oltre 15 punti, conta un’altra constatazione: “Tredicimila persone si sono iscritte al partito da quando è sceso in campo Martin Schulz, ma ne abbiamo perso uno – ha detto Gabriel -: Frank-Walter Steinmeier, diventato oggi Presidente della Repubblica”. Ed è da Bellevue che i socialdemocratici ricominciano la loro ascesa al potere in Germania.

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