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Un fondo per risarcire le vittime dell’amianto

Un fondo per l'indennizzo delle vittime dell'amianto dovrebbe essere presto attivato in Svizzera. La tavola rotonda voluta dal Consigliere federale Alain Berset ha infatti concluso oggi i suoi lavori trovando appunto un accordo di principio sui metodi per risarcire le vittime.

Altri sviluppi

Il tavolo presieduto dall’ex Consigliere federale Moritz Leuenberger e a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’economia, dei sindacati, dell’Associazione delle vittime e delle autorità federali ha deciso che dovrà essere indennizzato chiunque abbia contratto un Mesotelioma (tumore legato all’esposizione da amianto) a partire dal 2006. I risarcimenti saranno valutati caso per caso e per termine di paragone avranno le prestazioni dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni. Chi riceverà le prestazioni del fondo rinuncerà a intraprendere una causa civile. Fino al 2025 saranno necessari circa 100 milioni di franchi.

Assolti i dirigenti Pirelli

Proprio oggi, lunedì 19 dicembre, sono stati tutti assolti con formula piena i nove ex manager di Pirelli accusati a Milano di omicidio colposo e lesioni gravissime per i 28 casi di operai morti o ammalati a causa dell’amianto, dopo aver lavorato negli stabilimenti milanesi dell’azienda tra gli anni ’70 e ’80. Lo ha deciso il giudice della quinta sezione penale del Tribunale di Milano. I familiari delle vittime hanno protestato urlando “vergogna” e che “gli operai – riporta uno striscione – sono stati uccisi due volte, dai padroni e dai giudici”.

Italia: 15 anni di indagini, perizie e processi

È lunga e tormentata la vicenda giudiziaria in Italia legata al caso Eternit e alla figura dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny. Ecco le tappe fondamentali. 

2001 – Il pubblico ministero della procura di Torino, Raffaele Guariniello, apre un fascicolo sulla morte per amianto di 12 italiani che avevano lavorato in Svizzera in uno degli stabilimenti della Eternit. È il primo passo del procedimento che porterà all’incriminazione di Schmidheiny.

2002 – L’autorità giudiziaria di Glarona rifiuta di collaborare con la procura di Torino, che aveva attivato una rogatoria internazionale.

2003 – Dopo l’intervento della magistratura federale elvetica la situazione si sblocca e Guariniello riceve dalla Svizzera le carte necessarie.

2004 – L’inchiesta punta a fare luce sui decessi provocati dall’amianto lavorato negli stabilimenti italiani della Eternit.

2006 – Dopo due anni di attesa arriva l’ok all’invio a Torino di nuova documentazione chiesta da Guariniello.

2007 – L’inchiesta si chiude.

2008 – Chiesto il rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny e del barone belga Louis De Cartier per disastro doloso.

2009 – Parte il maxi-processo.

2012 – Gli imputati sono condannati a 16 anni.

2013 – Il 3 giugno la sentenza d’appello: 18 anni per Schmidheiny. Il 21 maggio, a 92 anni, era morto De Cartier.

2014 – La Cassazione dichiara che il disastro ambientale è prescritto. La procura intanto ha cominciato a procedere contro Schmidheiny per omicidio volontario.

2015 – Il 23 febbraio viene chiesto il rinvio a giudizio di Schmidheiny per 258 casi di morte. Il tribunale di Torino interpella la Corte Costituzionale sul principio in base al quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto.

2016 – Il 21 luglio la Consulta stabilisce che può andare avanti il processo, ripreso il 27 ottobre. Poi con un altro colpo di scena la magistratura stabilisce che l’accusa nei confronti di Schmidheiny è di omicidio colposo e non volontario, dichiara prescritti un centinaio di casi e ordina la trasmissione degli atti alle procure di Reggio Emilia, Vercelli e Napoli per competenza territoriale. A Torino restano soltanto due casi.

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