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CSt: studiare giro di vite in materia di espulsione di criminali

Al Consiglio degli Stati. Keystone/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) La prassi attuale in materia di espulsione di richiedenti asilo respinti, criminali o terroristi deve essere rivista. Il Consiglio degli Stati ha dato seguito oggi tacitamente a un postulato in tal senso di Damian Müller (PLR/LU).

Il Consiglio federale è incaricato di stilare un rapporto sulla questione.

Il “senatore” liberale-radicale parte dal principio che la situazione in materia di sicurezza in Europa è nettamente peggiorata negli ultimi anni e i recenti attentati di Manchester e Londra ne sono la dimostrazione. In Svizzera, taluni richiedenti asilo respinti o criminali che andrebbero espulsi dal Paese dopo aver scontato la pena in un carcere elvetico riescono a sottrarsi senza problemi a un rimpatrio. Lo stesso potrebbe valere pure per l’espulsione di persone con una propensione per il jihadismo, sottolinea Müller nel suo testo.

Il Consiglio federale è pertanto invitato a stilare, in collaborazione con i Cantoni e rispettivi corpi di polizia, un rapporto dettagliato, incentrato sulle soluzioni per migliorare la prassi attuale. Il documento dovrebbe indicare in maniera comprensibile i costi e chi li assume.

La ministra della giustizia Simonetta Sommaruga ha spiegato che il Consiglio federale condivide le preoccupazioni dell’autore del postulato. Le questioni sollevate, in particolare l’espulsione delle persone che minacciano la sicurezza interna ed esterna della Svizzera, sono trattate nel progetto di legge sulle misure di polizia preventiva in materia di lotta al terrorismo.

Tuttavia la consigliera federale ha tenuto a ribadire che “un richiedente l’asilo respinto, anche se delinquente, non è per forza un terrorista”.

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