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CSt: grandi imprese, più donne negli organi direttivi

Il Consiglio degli Stati ha seguito la proposta di minoranza di Anne Seydoux (PPD/JU). KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) L’imponente “sciopero” delle donne di venerdì scorso, cui ha partecipato mezzo milione di persone, ha fatto breccia oggi al Consiglio degli Stati.

Affrontando la revisione del diritto della società anonima (approvata in votazione finale per 29 voti contro 9), ha accolto l’idea di introdurre “quote rosa” anche nelle direzioni delle imprese quotate in borsa, e non solo a livello di consigli di amministrazione (cda). Nel giugno del 2018, il Consiglio nazionale aveva approvato seppur di misura – 95 voti contro 94 e un astenuto – la proposta secondo la quale, in futuro, il 30% dei posti nei cda delle aziende quotate in borsa fossero riservati alle donne. A livello di direzione tale quota doveva essere del 20%.

Oggi gli Stati si sono adeguati a questa soluzione con 27 voti a 13, contro il parere della commissione preparatoria, favorevole solo all’obiettivo del 30% negli organi di sorveglianza. Con una maggioranza confortevole, il plenum ha quindi optato per la proposta di minoranza difesa da Anne Seydoux (PPD/JU) e sostenuta in aula anche dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter. Dopo lo sciopero delle donne della settimana scorsa, diversi oratori hanno spiegato la necessità, se non l’obbligo, di inviare un segnale di speranza a tutte quelle donne scese nelle strade per chiedere maggiore uguaglianza e alla popolazione che ha sostenuto questa azione.

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