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Como, aperto il centro d’accoglienza, ma i migranti non ci vanno

Temono di rimanere bloccati e di non poter attraversare il confine

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Nei giorni in cui il ministro degli Interni, Angelino Alfano, è all’ONU per partecipare al meeting sui grandi movimenti di rifugiati e migranti e il premier, Matteo Renzi, sempre da New York minaccia l’Europa di fare da sè se Francia e Germania dovessero continuare a tentennare di fronte all’emergenza profughi, è ancora il confine fra Como e Chiasso a tenere banco.


Nella giornata di ieri è stato inaugurato il centro temporaneo d’accoglienza della Croce Rossa Italiana cui i migranti sono stati invitati a rivolgersi per essere registrati e, da lì, destinati ai rispettivi posti letto all’interno dei container. La risposta dei profughi è però stata scarsa: solo poche decine di loro si sono adoperate in un vero e proprio sopralluogo per poi riferire a tutti gli altri le condizioni del centro.

“Sono 300 posti organizzati con sei letti a castello per ogni stanza -afferma Mattia Stancanelli, fra i volontari che da due mesi si occupano dei migranti assiepati alla stazione di Como S.Giovanni e nel parco antistante- per ora l’entrata e l’uscita sono libere*. Ma fino a quando? “Nel frattempo -afferma Stancanelli – la Prefettura ha chiuso i magazzini: cibo e coperte si possono trovare solamente nel centro d’accoglienza, chi non vuole andarci è ridotto alla fame”.


Intanto i profughi continuano nel via vai fra le tende e le fontane del giardino pubblico, fra i pendolari che lo attraversano per dirigersi alla stazione. Il loro intento, nonostante il susseguirsi dei giorni e la minaccia della fame che avanza resta lo stesso: “Vogliamo oltrepassare il confine, non importa se per l’ennesima volta ci respingeranno. Ci ritenteremo ogni volta”.

(Andrea Eusebio/alaNEWS)

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