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Cercansi braccianti a 3000 euro al mese: dall’Italia 10’000 candidature

Braccianti al lavoro in una serra tipress

Un programma agricolo a favore dei rifugiati richiama migliaia di candidature dall'Italia

10 mila telefonate e diverse migliaia di mail e curriculum provenienti dall’Italia. E’ in cifre l’interesse suscitato oltre confine dall’offerta, nel maggio dello scorso anno, di alcuni posti di lavoro in 10 fattorie svizzere.

Si tratta di un progetto pilota dell’Unione dei contadini svizzeri e del Segretariato di stato per le migrazioni. Lo scopo è offrire un lavoro nei campi a 3200 franchi al mese in 10 fattorie in Svizzera (una in Ticino) a rifugiati a cui è stato riconosciuto lo statuto. per facilitarne l’accesso al mercato del lavoro e sgravare in parte comuni e cantoni dai costi di assistenza.

“Si tratta di rifugiati già ammessi, che vivono stabilmente nel Canone e che sarebbero impiegati in un’azienda privata”, spiega Sem Genini, Segretario dell’Unione contadini ticinesi. “Un discorso diverso rispetto a quanto già sperimentato con i richiedenti l’asilo, i quali non possono accedere al mercato del lavoro e che sono impiegati per lavori di utilità pubblica”.

In Ticino il progetto è seguito dal Dipartimento della sanità e della socialità e da SOS Ticino, che da anni segue l’integrazione di rifugiati. Le persone impiegate, assunte con regolare contratto, avranno diritto a un salario mensile minimo di 3’200 franchi.

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