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Cassis atteso sulla politica europea dai partiti

I partiti attendono il futuro ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis al varco della politica europea. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) I partiti attendono il futuro ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis al varco della politica europea.

PLR e PPD contano sul ticinese per rafforzare la via bilaterale, l’UDC per rimodellare da zero i rapporti con Bruxelles rinunciando ad un accordo quadro istituzionale e relativi “giudici stranieri”, mentre il PS mette in guardia da qualsiasi politica ostile all’Ue.

Il PLR esprime soddisfazione per il futuro ruolo del suo neoconsigliere federale: tenendo conto della sua esperienza politica, della sua conoscenza dei dossier e delle sue competenze linguistiche, il ticinese “pare nato per rappresentare la Svizzera all’estero”, scrive il partito in una nota diramata oggi.

Alla testa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), Cassis avrà il compito di rafforzare e sviluppare la via bilaterale tra Berna e Bruxelles. I relativi accordi sono fondamentali per l’economia svizzera perché rappresentano una soluzione fatta su misura, si legge nel comunicato.

Per il PPD la designazione del malcantonese d’origine a capo delle diplomazia elvetica sostanzialmente non condurrà a modifiche nei rapporti tra la Confederazione e l’Unione europea (Ue). “Il nostro obiettivo è conservare la via bilaterale”, ha detto all’ats la segretaria generale del partito Béatrice Wertli.

I negoziati con l’Ue devono proseguire spediti in questa direzione, in particolare per garantire condizioni quadro stabili all’economia, ha spiegato. Questo auspicio è rivolto all’insieme del Consiglio federale “e non a una singola persona”. “Una sola rondine non basta per far primavera”, ha detto Wertli.

Dal canto suo l’UDC si aspetta che Cassis “prenda le distanze dall’accordo quadro istituzionale” tra Svizzera e Ue, ha detto all’ats il presidente dei democentristi Albert Rösti. Ora Cassis può realizzare quanto proposto sul dossier europeo durante le audizioni alla vigilia dell’elezione in Consiglio federale: “premere il bottone ‘reset’, rinunciare ad attuare automaticamente il diritto europeo, rifiutare giudici stranieri e clausola ghigliottina”.

In merito al pulsante reset, Rösti fa anche direttamente riferimento a quanto dichiarato dallo stesso Cassis, che in un’intervista prima dell’elezione in governo aveva definito l’idea di accordo quadro “avvelenata”, aggiungendo che bisognerebbe schiacciare il tasto reset per rimodellare la politica europea della Svizzera.

I giudici stranieri sono una formula adottata dall’UDC per criticare il ruolo che la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) potrebbe giocare per dirimere vertenze tra Berna e Bruxelles. La cosiddetta clausola ghigliottina fa invece riferimento al fatto che se uno dei contraenti degli accordi bilaterali I rinunciasse a una delle intese, come ad esempio la libera circolazione delle persone, farebbe crollare l’insieme degli accordi.

Agli antipodi dell’UDC, il PS chiede una politica conciliante con l’Unione e mette in guardia il futuro ministro degli esteri: “Attenzione a non imitare gli errori di Theresa May nelle relazioni con l’Europa”, scrive in un tweet il capogruppo alle Camere federali Roger Nordmann. Il consigliere nazionale vodese si riferisce alla volontà della premier britannica di scegliere una via radicale per attuare la cosiddetta Brexit, incontrando grosse difficoltà sia a Bruxelles che in patria.

No comment dalla Commissione europea: l’esecutivo dell’Ue non si esprime “su singoli membri di governo e rimpasti governativi”, ha indicato all’ats.

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