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L’altra faccia della ricca capitale della moda

facciata di un palazzo
A detenere gran parte delle case popolari di Milano è l'Aler, l'Azienda Lombardia Edilizia Residenziale. tvsvizzera

A Milano circa 200'000 persone vivono nelle case popolari. La maggior parte degli edifici è fatiscente e gli inquilini si sentono abbandonati dall'azienda pubblica che li gestisce.

Le persone che nel territorio del comune di Milano vivono nelle case popolari sono 200’000. Pensionati, famiglie ma anche malati e disabili. Le abitazioni non sono solo in periferia. Spesso si trovano a pochi chilometri dal centro, dove la città si toglie la maschera e smette di essere la capitale della moda e del design per mostrare l’altra sua faccia, quella di chi fatica ad arrivare a fine mese.

Da nord a sud, da est a ovest poco cambia. La maggior parte degli edifici è fatiscente, sia fuori che dentro. Non è necessario varcare la soglia per capirlo. Dalla strada si vedono perfettamente le persiane rotte, i davanzali pericolanti e i cortili trasformati in discariche abusive di auto e biciclette rubate.

È la morosità la piaga più grande di Aler MilanoCollegamento esterno, l’azienda lombarda per l’edilizia residenziale che detiene la gran parte delle case popolari nel capoluogo. Le entrate non riescono a coprire nemmeno la manutenzione ordinaria degli immobili, figuriamoci quella straordinaria. Nel caso di Milano è persino necessario il ricorso a fonti di finanziamento esterne.

Aler ci prova, mette le impalcature, chiama i geometri, manda fuori i tecnici ma poi passano i mesi e quelle stesse impalcature, insieme alle crepe a alle infiltrazioni, continuano ad insinuarsi nei bagni, tra le mura, sulle terrazze, nelle cucine e nelle camere da letto. Come accade nelle palazzine Via Morgantini (zona San Siro) e Via Mazzolari (zona Barona), dove da anni piove nelle stanze e i catini e le coperte non bastano più a trattenere l’acqua e l’umidità che dalle ossa si insinua fino al cuore facendo sempre più male.

Da anni gli inquilini si sentono abbandonati, da Aler, dalla Regione e dalle istituzioni. “Siamo trattati come cittadini di Serie B” dichiarano e basta sfogliare la pagina Facebook ‘Segnalazioni problemi AlerCollegamento esterno’ per rendersi conto della gravità della situazione.

Il ‘fai da te’ non basta

Ad occuparsi delle riparazioni, quelle più piccole, sono loro stessi: una passata di vernice sulle scale, la copertura per i cavi della luce, la ristrutturazione del portone d’ingresso e lo stucco là dove la muffa si è mangiata persino le mura di casa. Ma ‘il fai da te’ non basta a risolvere i problemi, quando i termosifoni non funzionano o sono troppo bassi per riscaldare a sufficienza tutte le stanze. E allora si accende il forno per cercare di avere un po’ di tepore in più.

Costruiti tra gli anni ‘60 e ’70, questi edifici hanno sofferto della mancanza di contributi statali, ridottisi nel tempo. Un calo sempre più forte a causa della mancanza di fondi di Regione Lombardia e di un debito che negli anni passati è arrivato quasi a 500 milioni di euro.

La mancanza di manutenzione ha portato ad un vero e proprio degrado. Molte di queste case non hanno nemmeno i citofoni, come spiega Nicola Di Marco, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, una cosa che potrebbe sembrare banale ma che non lo è per tutti gli anziani, i malati e i disabili che in quei condomini ci vivono e che hanno bisogno di ricevere la spesa a domicilio o soltanto delle medicine per potersi curare.

Abusivismo

A causa della mancata manutenzione molti alloggi sono sfitti perché non a norma e quindi non idonei ad essere assegnati: 4’452 nel 2018. Un numero che sta diminuendo ma che obbliga migliaia di famiglie che avrebbero diritto ad avere una casa a rimanere in graduatoria.

Secondo l’ultima relazione del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del consiglio regionale lombardo del 2018, il patrimonio di alloggi pubblici di Aler e Comuni (161’000 alloggi che si concentrano per il 36% a Milano) è tuttora caratterizzato da un sottoutilizzo.

Un dato che ha portato ad un altro grave problema: quello dell’abusivismo. Sempre secondo il rapporto sono più di 3’000 gli alloggi occupati senza titolo a Milano su un totale di oltre 45’000, quasi l’8%: il dato più alto di tutti i Comuni della Lombardia. Una situazione di microcriminalità, difficile da recuperare, che ha richiesto numerosi sgomberi ed interventi da parte delle forze dell’ordine, aumentando così lo stato d’insicurezza tra i cittadini che in quelle case, sono costretti a viverci.

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