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Il pomo della discordia della destra nazional-conservatrice

"Lasciamo distruggere la Svizzera da sinistroidi e europeisti?": manifesto della campagna UDC per le elezioni federali del 2019. UDC

In tempo per la fase calda della campagna per le elezioni federali, l'Unione democratica di centro, il partito della destra conservatrice elvetica, ha lanciato una delle sue solite provocazioni. I suoi manifesti rappresentano dei vermi che mangiano una mela rossocrociata. La scelta divide anche il partito.

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Nella versione in tedesco si parla di “Linke und Nette”, che si potrebbe tradurre con “persone di sinistra e buonisti”, un vecchio concetto di battaglia della destra elvetica, mentre in francese l’UDC si accontenta di un più moderato “Dei vermi nella nostra mela?”

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“Ricorda tempi molto bui”

Da quando sono stati presentati domenica al pubblico, i manifesti sono stati oggetto di numerose critiche nei media sociali della Svizzera tedesca. Molti osservatori ritengono l’immagine grezza e disgustosa o considerano che sia indice della mancanza di idee del partito. 

Altri indicano che presenta similitudini “di pessimo gusto” con elementi della propaganda nazista. Su Twitter, vari utenti hanno ricordato che negli anni Trenta l’immagine del parassita e anche quella specifica della mela infestata da vermi era utilizzata per disumanizzare gli ebrei.

“Ricorda tempi molto, molto bui”, si legge per esempio in un tweet. “Paragonare i propri avversari politici a degli animali e persino a dei vermi puzza molto di propaganda nazista”, ha scritto un altro utente.

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“Chi ci prenderà seriamente?”

Voci critiche si sono levate anche nel mondo politico, sia naturalmente fra gli avversari dell’UDC, sia nei ranghi stessi del partito. Vari esponenti cantonali e nazionali dell’UDC hanno preso posizione contro l’immagine veicolata dal manifesto, che considerano “maldestro”, “eccessivo” e controproducente. È il caso del deputato  Claudio Zanetti, che ha duramente biasimato la scelta del suo partito su Twitter.

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“Su questa immagine non si vedono né persone di sinistra né buonisti. Si vedono vermi da eliminare. Cosa vi aspettate da queste immagini inqualificabili? Chi ci prenderà ancora sul serio?”

Interpellato dal sito Nau.ch, il consigliere nazionale UDC di Sciaffusa Thomas Hurter ha detto di ritenere il manifesto “sballato e insensibile”. La “pura maldicenza” nei confronti degli avversari politici non corrisponderebbe “al nostro stile elvetico”, ha aggiunto il deputato, criticando anche l’incomprensibilità del messaggio. 

L’ex presidente dell’UDC di Sciaffusa Pentti Aellig ha rivolto dal canto suo un appello al presidente del partito Albert Rösti. 

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“Caro Albert, a Sciaffusa il 35% dell’elettorato vota per l’UDC perché evitiamo di ricorrere a questo tipo di manifesti. Pensate a tutte le commissioni sopra le parti e agli apparentamenti tra liste e fermate questa campagna.” 

Nella Svizzera francese, gli eletti dell’UDC contattati lunedì dalla Radio televisione svizzera RTS si sono dimostrati in generale meno critici, a eccezione del consigliere nazionale Jean Pierre Grin, che ha definito il messaggio “un po’ scioccante”. Il deputato vodese ritiene che un manifesto elettorale dovrebbe veicolare un messaggio piuttosto positivo.

Il consigliere nazionale UDC ticinese Marco Chiesa, che ha condiviso il manifesto sul suo profilo Facebook, ha assunto una posizione più sfumata in un’intervista alla Radio della Svizzera italiana. “Se ci fermiamo alla superficialità dell’immagine, è discutibile”, ha detto il deputato, aggiungendo però che “per me l’importante è guardare a quello che stiamo dicendo più che alla mela oppure a dei vermiciattoli.”

La “bella mela” svizzera “svuotata”

Intervistato domenica dal SonntagsBlick, il presidente dell’UDC Albert Rösti ha preso le difese della campagna, sostenendo che lo scopo è quello di mettere in evidenza le minacce che pesano sulla Svizzera, in particolare “l’accordo quadro con l’UE” e “gli eccessi del dibattito sul clima”: per lui “la bella mela svizzera sta per essere svuotata”

Non è la prima volta che le immagini scelte dall’UDC per le campagne di voto suscitano polemiche. Nel 2007 il motivo delle pecore bianche che scacciano dal paese le pecore nere era stato al centro di un ampio dibattito. Nel 2009 il manifesto contro i minareti era stato vietato in varie città svizzere.

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Un secolo di manifesti politici provocatori

Questo contenuto è stato pubblicato al Se le pecore nere e i corvi utilizzati recentemente dalla destra populista ricordano lo stile degli anni Trenta, in Svizzera la tradizione dei manifesti-choc ha origini ben più lontane. (Immagini: Udc, «Museum für Gestaltung» di Zurigo, Biblioteca nazionale, Keystone)

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