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Abate, “Berna non tutela le banche nei confronti di Roma”

Fabio Abate
Il consigliere agli Stati locarnese Fabio Abate in aula. Keystone

La questione dei controversi questionari inviati lo scorso autunno dall'Agenzia delle Entrate alle banche svizzere sulle loro attività in Italia è stata oggetto di discussione alla Camera alta.

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In proposito il consigliere agli Stati Fabio Abate si è detto insoddisfatto della risposta del governo federale alla sua interpellanzaCollegamento esterno del marzo scorso sul tema e ha ribadito che Berna fa troppo poco per tutelare le banche, specie quelle operanti in Ticino, alle prese con i “metodi arbitrari, e forse illegali”, del fisco italiano.

Non mi risulta, ha ribadito il consigliere agli Stati liberale radicale, che un organismo straniero possa rivolgersi direttamente ai privati senza passare dai canali ufficiali. Con la richiesta di informazioni da parte delle Agenzie delle Entrate, ha continuato Fabio Abate, c’è il concreto rischio che le banche svizzere paghino due volte le tasse sui redditi generati da determinate operazioni con clienti italiani.

Poco prima il ministro delle Finanze Ueli Maurer aveva precisatoCollegamento esterno che l’iniziativa di Roma “non è una richiesta ufficiale” equiparabile a quelle di assistenza amministrativa in uso tra Stati, che solitamente coinvolgono autorità fiscali dei due paesi. E in questo senso “le banche sono tenute a rispettare il diritto svizzero, in particolare le disposizioni in materia di protezione dei dati” che impediscono agli istituti finanziari di “trasmettere informazioni sui propri dipendenti senza esplicito consenso degli interessati”. Su questo aspetto la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie, è stato sottolineato, ha attirato l’attenzione dei suoi omologhi italiani.

Ma il presidente della Confederazione ha anche riconosciuto che Roma sta esercitando spiacevoli pressioni e che alcune banche stanno dando seguito alle richieste italiane, creando così incertezza nel settore. Aspetto quest’ultimo che è stato stigmatizzato dal “senatore” locarnese per il quale la fuga in avanti di qualche banca, impaurita dal fisco italiano, è frutto dell’inattività di Berna.

Il risultato, sempre per Fabio Abate, è che questi istituti di credito, invece di coordinarsi, “impediscono la ricerca di una soluzione comune” e il consigliere federale Ueli Maurer “fa di tutto per schivare l’oliva”. Consigliere federale che però ha rivelato che proprio venerdì ci sarà un incontro con gli istituti di credito elvetici per avere una posizione univoca in quest’ambito.

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