Prospettive svizzere in 10 lingue

Berna vuole favorire il dialogo tra gli USA e l’Iran

Livia Leu Agosti dirige l'ambasciata svizzera a Teheran dall'inizio dell'anno Keystone

La Svizzera, che rappresenta gli interessi diplomatici americani a Teheran dal 1980, è disposta a dare un ulteriore contributo per sostenere i nuovi tentativi di dialogo tra gli Stati uniti e l'Iran. È quanto spiega l'ambasciatrice elvetica nel paese islamico Livia Leu Agosti, intervistata da swissinfo.

Per la diplomatica svizzera, la sola donna a capo di un’ambasciata in Iran, il dialogo con le autorità di Teheran costituisce il miglior modo per conseguire dei progressi nella regione mediorientale. Livia Leu Agosti, che ha assunto questo nuovo incarico all’inizio dell’anno, esprime a swissinfo la sua preoccupazione per la questione dei diritti umani in Iran.

swissinfo: Washington e Teheran hanno compiuto negli ultimi mesi i primi passi per riallacciare il dialogo. Come valuta questi progressi?

Livia Leu Agosti: I due paesi hanno adottato reciprocamente un approccio prudentemente positivo. Quale primo passo, le due parti hanno cominciato a modificare il vocabolario impiegato per definire i loro rapporti e hanno autorizzato dei contatti informali.

Da ambo le parti giungono ancora segnali contrastanti, ma si tratta di una cosa normale, tenendo conto del fatto che i due paesi non hanno più intrattenuto delle relazioni da almeno 30 anni. In casi simili, ogni riavvicinamento richiede molto tempo.

swissinfo: Quale ruolo svolge la Svizzera per agevolare il dialogo tra le due parti e quale contributo può ancora dare il nostro paese?

L.L.A.: La Confederazione rappresenta gli interessi diplomatici americani in Iran da una trentina d’anni. In tale ambito si occupa di assicurare i servizi consolari per i cittadini americani che risiedono in Iran e di garantire un canale confidenziale di comunicazione tra i due paesi.

Questo mandato rientra nei tradizionali “buoni uffici” diplomatici forniti dalla Svizzera. In tale ambito, se richiesto da ambo le parti, Berna è pronta ad assumere ulteriori compiti per favorire il dialogo.

swissinfo: Due anni fa Berna aveva proposto un piano, denominato “Swiss paper”, per appianare la vertenza relativa al programma nucleare iraniano. La diplomazia elvetica è tuttora attiva in tale ambito?

L.L.A.: In collaborazione con tutte le parti coinvolte, la Svizzera ha sviluppato delle proposte per giungere a dei negoziati. Siamo stati quindi molto contenti di aver potuto ospitare nel luglio scorso a Ginevra i primi colloqui, a cui ha preso parte anche un alto rappresentante dell’amministrazione americana.

Negli ultimi mesi il gruppo cosiddetto P5+1, ossia i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite e la Germania, hanno cercato di adeguare il loro approccio alla nuova politica seguita da Washington nei confronti dell’Iran. Quando si sarà delineato il nuovo formato delle trattative, la Svizzera potrebbe nuovamente dare il proprio contributo a questo processo, su richiesta delle parti interessate.

swissinfo: Le elezioni presidenziali iraniane sono in programma in giugno. Quali cambiamenti si possono attendere, nel caso in cui dovesse vincere un riformatore.

L.L.A.: Il presidente iraniano svolge essenzialmente la funzione di capo del governo. A differenza di quanto vige in altri paesi, il presidente non è la più alta istanza della Repubblica islamica iraniana.

Gli orientamenti principali del paese vengono imposti dal massimo leader religioso, l’Ayatollah Ali Khamenei. Quest’ultimo ha l’ultima parola su tutti i temi importanti, tra cui anche le relazioni con gli Stati uniti o la questione nucleare. E ogni presidente è legato alle sue direttive.

Mentre il leader religioso opera soprattutto in sottofondo, il presidente rappresenta il volto visibile della Repubblica islamica. In tal senso, la sua personalità rimane comunque importante per l’immagine del paese.

swissinfo: In Iran vengono condannati a morte dei minorenni, la lapidazione è tuttora tollerata, la libertà di espressione e i diritti delle minoranze sono regolarmente violati. La questione dei diritti umani in Iran è preoccupante?

L.L.A.: Per la Svizzera il rispetto dei diritti umani costituisce una priorità. Siamo quindi preoccupati per le violazioni che ha menzionato e cerchiamo continuamente di sollevare questa questione presso le autorità. Abbiamo dato inizio dal 2003 ad un dialogo sui diritti dell’uomo con il governo iraniano, alla stessa stregua di quanto tentiamo di fare in altri paesi.

Chiaramente non si tratta di un tema di discussione molto facile, ma crediamo che il dialogo costituisca il miglior modo per raggiungere dei progressi nel campo dei diritti umani.

swissinfo: La votazione che si terrà prossimamente in Svizzera sulla proposta di vietare la costruzione di nuovi minareti ha attirato l’attenzione in Iran?

L.L.A.: Finora questo tema non ha suscitato grande interesse da parte dell’opinione pubblica iraniana. Come in tutti gli altri paesi musulmani, abbiamo illustrato alle autorità il nostro sistema politico di democrazia diretta e gli obbiettivi dell’iniziativa popolare sul divieto dei minareti.

swissinfo: Lei figura tra le poche donne straniere che svolgono un’attività diplomatica in Iran. Incontra delle difficoltà in una società dominata dagli uomini? E come reagisce all’obbligo di portare il velo?

L.L.A.: Effettivamente sono l’unica donna che riveste la carica di ambasciatrice in Iran. Finora questo fatto non ha comportato degli svantaggi. Sono stata trattata con rispetto e in modo professionale dalle autorità.

In Iran vige per ogni donna l’obbligo di portare il velo, indipendentemente dalla sua nazionalità, della sua religione e del suo rango. Capisco la sua domanda, ma quale diplomatica sono tenuta a rispettare le leggi del paese in cui risiedo.

swissinfo, intervista a cura di Federico Bragagnini
(traduzione Armando Mombelli)

L’Iran rappresenta il quarto più importante mercato di esportazione della Svizzera nei paesi del Medio Oriente.

Secondo i dati della Segreteria di Stato dell’economia, le esportazioni in Iran hanno raggiunto 846 milioni di franchi nel 2008. La Svizzera esporta principalmente macchinari, prodotti farmaceutici e agricoli.

Le importazioni dall’Iran, soprattutto prodotti agricoli e tappeti, corrispondevano invece a soli 23 milioni di franchi l’anno scorso.

La Svizzera e l’Iran hanno concluso diversi accordi bilaterali, tra cui sul commercio, i trasporti aerei, la protezione degli investimenti e la doppia imposizione fiscale.

La Svizzera ha aperto un consolato a Teheran nel 1919, trasformato nel 1936 in un’ambasciata.

In questi ultimi decenni, la diplomazia svizzera ha rappresentato gli interessi di diversi paesi in Iran. Dal 1980 assicura anche le funzioni consolari e diplomatiche degli Stati uniti a Teheran.

Dall’inizio dell’anno l’ambasciata svizzera in Iran è guidata da Livia Leu Agosti.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR