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Lavoratori sempre più sotto pressione in Svizzera

Impiegato alla scrivania
Gli straordinari aumentano, le pause in media si accorciano e lo stress cresce. Keystone

Le condizioni di impiego in Svizzera sono giudicate buone, ma la maggiore flessibilità richiesta è andata a scapito del tempo libero dei lavoratori elvetici, il 40% dei quali si dice stressato. È stata questa la tendenza riscontrata nel mondo del lavoro dall'organizzazione sindacale Travail.Suisse negli ultimi tre anni. 

Le condizioni di lavoro in Svizzera sono in linea di massima giudicate buone, ma ci sono tendenze negative nel rapporto fra lavoro e vita privata e per quel che riguarda lo stress. A mostrare questa tendenza è “il barometro dell’impiegoCollegamento esterno“, uno studio sul tema realizzato annualmente dal l’Alta scuola specializzata di berna, il sindacato Syna e Travail.Suisse.

Il barometro mostra che la motivazione del personale da almeno quattro anni è stabilmente ad alti livelli. La misurazione avviene attraverso domande sulla stima nei confronti del datore di lavoro, sull’identificazione nell’azienda e sulla percezione del significato della propria attività nella società.

La quota di persone che riscontrano problemi nel far coesistere la vita professionale con quella lavorativa è salita di tre punti percentuali in quattro anni, arrivando al 21,5%, ha spiegato Gabriel Fischer di Travail.Suisse.

“La flessibilizzazione degli orari è fatta in modo molto unilaterale e spesso a scapito della conciliazione tra vita professionale e famigliare”.

Un grosso peso sulle spalle dei lavoratori è lo stress, che colpisce spesso o molto spesso il 40% degli intervistati. Uno dei fattori che lo fanno scaturire è la pressione imposta in termini di tempistiche. Rispetto al 2015 è aumentata anche l’influenza di straordinari, raggiungibilità e pause più brevi. C’è anche un aumento di chi lavora più spesso anche da malato. La parte di coloro che non hanno influenza sugli orari è passata dal 13,1% al 17,8%.

Negli ultimi quattro anni è anche peggiorata la valutazione del salario, con una quota delle persone “per niente soddisfatte” che è passata dal 9,4% all’11,6%. “Questo dato non sorprende, se si analizza l’evoluzione degli stipendi negli ultimi anni”, ha detto il presidente di Travail.Suisse Adrian Wüthrich.

Una buona metà degli intervistati pensa comunque che non troverebbe un lavoro simile a quello attuale a condizioni salariali equiparabili, nel caso in cui perdessero l’impiego. Grosso modo la stessa percentuale afferma di non ricevere abbastanza sostegno dal datore di lavoro. L’organizzazione sindacale chiede più investimenti nella formazione, compresa quella continua.

In Ticino i dati peggiori

La qualità delle condizioni di lavoro varia fortemente a seconda dei settori, si evince dal barometro. Quello dell’informazione e della comunicazione è in alto nella classifica, mentre la ristorazione è all’ultimo posto.

Il Ticino ottiene i risultati peggiori di tutte le grandi regioni in Svizzera, con valori nettamente al di sotto alla media nazionale, sia per quel che riguarda la sicurezza del lavoro che per la motivazione.

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