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Assemblea UDC: accordo istituzionale, Berna nasconde verità

Christoph Blocher KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) Il presidente dell’UDC Albert Rösti accusa il Consiglio federale di “nascondere (…) un avvicinamento all’Ue” nel dibattito sull’accordo quadro istituzionale tra Confederazione e Unione europea.

Qualsiasi intesa del genere è “inaccettabile”, ha sottolineato il consigliere nazionale bernese oggi a Klosters (GR) in occasione dell’assemblea dei delegati democentristi.

Davanti a 354 delegati, la consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher è stata eletta vicepresidente del partito. Suo padre Christoph Blocher si è invece ritirato dai vertici dell’UDC.

La posizione di Blocher come stratega del partito e quindi responsabile della campagna per le elezioni federali del 2019 è stata assegnata al consigliere nazionale bernese Adrian Amstutz. La ginevrina Céline Amaudruz è stata confermata vicepresidente, carica alla quale accede oggi anche il ticinese Marco Chiesa, che sostituisce lo zughese Thomas Aeschi.

Nel suo discorso, l’ex consigliere federale Christoph Blocher ha denunciato un “colpo di Stato” e uno “smantellamento della democrazia diretta” che deve incitare l’UDC ad “aprire gli occhi al popolo svizzero”. Lo zurighese ha fatto riferimento in particolare alla mancata applicazione dell’articolo costituzionale sull’immigrazione di massa, tacciando governo, Camere e Tribunale federali di “sindacato di furfanti”.

Come nel discorso iniziale del presidente Rösti, Blocher ha messo in guardia contro un accordo quadro istituzionale tra Svizzera e Unione europea. A suo avviso l’intesa contempla norme decise a Bruxelles, che dovranno essere applicate in Svizzera. Prima della votazione sullo Spazio economico europeo, nel 1992, la situazione politica era come quella odierna, ha deplorato.

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