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Alla scoperta di una città dell’antica Grecia

I resti dell'antica Eretria, un tempo famoso centro per il commercio della ceramica. Antikenmuseum Basel/Andreas Voegelin

È da quasi 50 anni che la scuola di archeologia svizzera scava ad Eretria, sul’isola greca di Eubea. Le vestigia e la storia di quest’antica città, che ha portato un contributo sostanziale allo sviluppo della civiltà greca, rivivono nella nuova esposizione dell’Antikenmuseum di Basilea.

Ai nostri giorni Eretria è un piccolo villaggio sulla costa sud dell’Eubea, all’apparenza una delle tante località del litorale greco invase dai turisti d’estate e assopite il resto dell’anno. Ma sotto l’asfalto delle sue strade e il pavimento delle case si trovano i resti di un’antica città.

Da oltre un secolo generazioni di archeologi smuovo la terra, scrutano i reperti, decifrano le iscrizioni per far emergere dal lungo sonno la sua storia. E dal 1964 a queste ricerche hanno contribuito in modo sostanziale anche gli svizzeri. Proprio a Eretria infatti, ha sede e opera l’unica missione archeologica permanente della Svizzera: la Scuola svizzera di archeologia in Grecia (ESAG).

“Eretria è molto importante come sito archeologico sia per la formazione di chi studia, sia per la ricerca delle università che sostengono la scuola”, spiega a swissinfo.ch il suo direttore Karl Reber confessandoci anche di aver effettuato proprio lì i primi scavi come studente negli anni ’70 e aggiungendo che “ogni anno il numero degli studenti che si annunciano è molto più grande dei posti a disposizione.”

Ma per gli studiosi la ricerca condotta nei siti archeologici si riempie di senso se ciò che essi scoprono del passato oltrepassa i confini accademici e permette anche a un pubblico più vasto di capire come si è svolta la vita nell’antichità.

Una città riportata in vita

Ed è esattamente con questo spirito che è stata allestita la mostra sugli scavi condotti ad Eretria e in corso all’Antikenmuseum. Sebbene siano in effetti stati riuniti un numero esorbitante di oggetti -reperti e oggetti d’arte superano abbondantemente le 4 centinaia-, non è in una carrellata di vetrinette che essi sono stati sistemati.

La scelta di presentare una ricostruzione delle case e delle strade del villaggio odierno -visualizzando così lo spazio fisico dei ritrovamenti- e di ricomporre i luoghi in cui gli oggetti vennero usati nel passato, dimostra che è il concetto di ‘relazione’ quello su cui gli organizzatori hanno voluto porre l’accento.

La casa, l’agorà, il ginnasio, gli spazi riservati al culto, le tombe, sono contesti concreti che restituiscono un senso agli oggetti e permettono di immaginarne la funzione. E allora la città sotto la città -stratificazione che nell’allestimento basilese è evidenziata anche dalla suddivisione dell’esposizione su due piani- sembra rianimarsi, prendere vita e popolarsi di una folla rumorosa.

Un popolo di commercianti

Scopriamo così che anche Eretria, come altre note città greche, già nell’8° secolo a.C. era in possesso di una grande flotta che viaggiava nel Mediterraneo sia verso le coste Medio Orientali che più a Occidente, verso la Sicilia e il sud Italia, fondandovi importanti colonie.

Un popolo di commercianti che entrando in contatto con altre culture, acquisì nuove conoscenze sia sul sistema di pesi e misure che su quello monetario; e che ebbe un ruolo fondamentale anche nell’introduzione della scrittura fenicia in Grecia oltre che nell’adattamento e diffusione dell’alfabeto che usiamo ancora oggi.

“La cosa interessante è che sia da Eretria che da Pithecusses, una delle colonie fondate sull’isola di Ischia, si conoscono le più antiche testimonianze dell’alfabeto greco”, precisa la curatrice Ella van der Meijden. “Sono piccole iscrizioni conservate su frammenti di ceramica che ci confermano come la scrittura nell’8°, e poi soprattutto nel 7° secolo, faceva parte della vita quotidiana di queste persone.”

Ne sono un esempio quelle trovate sui frammenti di coppe usate per bere il vino. Il nome che si trova inciso sopra è probabilmente quello del loro possessore, ma ciò che rende particolare queste scritte è la grafia da destra a sinistra, tipica dell’alfabeto fenicio.

La città dei vivi e degli dei

La ricostruzione della città antica è stata articolata in 3 grandi temi. Si inizia con ‘la città dei vivi’ dedicata alla vita quotidiana e nella quale viene illustrata la vita privata della casa e quella pubblica dell’agorà e del ginnasio. Qui oltre a incontrare la ricostruzione di un mosaico rinvenuto nella sala da pranzo di una casa risalente al 4° secolo a.C., troviamo anche recipienti di ceramica, coppe per bere e decorazioni della casa, tra cui una bellissima maschera di Gorgone in terracotta del 360 a.C.

Nella seconda sezione, ‘la città delle divinità’, la mostra illumina sui culti e le varie divinità onorate a Eretria. Come in tutte le città greche anche qui vi erano numerosi santuari dedicati a divinità diverse, ma come precisa la curatrice “la principale era Apollo, venerato in un grande santuario che si trovava proprio al centro della città.”

Gli scavi hanno messo in evidenza che a Eretria esisteva già molto presto un tempio. Questo primo edificio di culto risalente all’8°secolo doveva essere di legno e materiali leggeri, come mostra il modello che lo ricostruisce; mentre era di marmo il tempio che lo sostituirà verso la fine del 6° secolo e di cui un secondo modellino illumina anche sulle fasi di costruzione.

Tombe e riti di sepoltura

L’ultima parte della mostra è dedicata a ‘la città dei morti’, ossia alle necropoli e a come la gente di Eretria seppelliva i propri defunti. Qui è raccolto il corredo funerario di una tomba del cosiddetto ‘periodo geometrico’ del tardo 8° secolo, datazione dimostrata da un gruppo di vasi ben conservati con la tipica decorazione geometrica a meandri, triangoli, rombi, tra cui compaiono però le prime scene figurate.

“Questi vasi sono un po’ anneriti e da ciò si deduce che sono stati bruciati insieme al morto prima di essere poi deposti nella tomba” sottolinea la curatrice ricordandoci che un simile rituale viene descritto anche nell’Iliade a proposito dei funerali degli eroi omerici.

L’ultima e forse più originale attrazione della mostra è la ricostruzione a grandezza naturale di una tomba a volta di tipo macedone, composta da un corridoio e da una camera funeraria che nell’originale è arredata con mobili in marmo.

“Abbiamo due letti, dei troni e una specie di altare, tutti cavi all’interno e nei quali erano deposte le ceneri di diverse generazioni di defunti di una ricca famiglia del 3° secolo a.C.” ci dice la van der Meijden. “Le iscrizioni indicano i nomi delle persone sepolte e grazie a queste si è potuto dedurre che appartengono tutte alla stessa famiglia.”

“Ausgegraben” in corso all’Antikenmuseum di Basilea rimarrà aperta fino al 30 gennaio 2011. Realizzata dall’Antikenmuseum e dall’ESAG in collaborazione con l’11° Eforato delle Antichità preistoriche e classiche di Eubea e il Museo Nazionale di Atene -dove è stata presentata precedentemente-, la mostra è una testimonianza dell’intensa e fruttuosa collaborazione tra la Grecia e la Svizzera.

I ca. 430 oggetti e l’accurata messa in scena, ripercorrono le tappe della storia dell’antica città greca di Eretria. Modellini di templi e di case insieme alla ricostruzione a grandezza naturale di una tomba, consentono di meglio comprendere la vita dei suoi abitanti.

Per i bambini è previsto un percorso interattivo speciale, che grazie a un kit messo a disposizione all’entrata, permette loro di assumere il ruolo dell’archeologo per tutta la durata della visita. Il giornalino Eretria News, rivolto ai giovani, fornisce inoltre informazioni supplementari su sport, moda e divertimenti degli antichi.

Importante città greca sulla costa sud dell’isola Eubea, nel mar Egeo, Eretria è stata un grande centro di produzione e commercio della ceramica.

In possesso di una grande flotta, ha partecipato alla navigazione verso oriente e occidente e ha avuto un ruolo essenziale nella fondazione di colonie greche nel mondo mediterraneo, soprattutto nel sud dell’Italia. Tra esse Pithecusses, nell’isola di Ischia e Zancle, sulla costa nord-orientale della Sicilia. Il suo apporto fu fondamentale anche alla diffusione dell’alfabeto fenicio in Occidente.

Nel 6°secolo a.C. passò sotto il dominio degli ateniesi e tra il 5° e 4° secolo partecipò attivamente alla storia della Grecia. Nel 499 a.C. insieme ad Atene sostenne Mileto, città dell’Asia Minore, nella rivolta contro il dominio persiano. Per vendetta fu distrutta dai persiani nel 490 a.C., ma subito ricostruita. I macedoni ne presero possesso nel 338 a.C. in seguito alla battaglia di Cheronea.

L’ ESAG -che ha sede ad Atene- è la sola missione archeologica svizzera permanente al di fuori dei confini nazionali. Gli scavi svizzeri a Eretria sono iniziati nel 1964 su proposta del direttore generale delle antichità greche.

Nata inizialmente come ‘missione archeologica greco-svizzera’ è stata riconosciuta ufficialmente come scuola dalle autorità greche nel 1975. Tra le scoperte più importanti della scuola: una necropoli dell’8°secolo a.C., tracce d’insediamenti preistorici, una casa privata del 4°secolo a.C., un santuario di Atena sull’acropoli.

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