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Acque fatali in Ticino

Le acque del fume Maggia a Ponte Brolla: chiare, fresche, limpide ma anche pericolose. www.picswiss.ch

A pochi giorni dalla tragedia in Valle Maggia, dove tre cittadini tedeschi hanno perso la vita inghiottiti dal fiume in piena, mercoledì un annegamento nel lago.

Nel giro di poche ore il Lago Maggiore, nella zona di Tenero, è stato infatti fatale ad un’altra persona.

Una serie nera, indubbiamente, che riporta drammaticamente sotto i riflettori della cronaca rischi e pericoli di fiumi e laghi. E che ha sollecitato quasi quotidianamente le squadre di soccorso ticinesi.

Solo sabato la polizia cantonale ha escluso ufficialmente la morte di una seconda persona, data in un primo tempo per certa.

I giorni immediatamente successivi alla tragedia in Valle Maggia, i soccorritori erano dovuti intervenire per salvare degli escursionisti confederati trovatisi in difficoltà sulle rive del fiume Melezza. E l’altro giorno in Valle Verzasca una ragazza di 12 anni è scampata al pericolo proprio grazie ad un nuovo intervento.

Episodi di cronaca che riaprono un capitolo ben conosciuto in Ticino: la sicurezza sui fiumi. Un problema preso davvero molto sul serio, tanto d’aver spinto il Consiglio di Stato a creare nel settembre del 2001 una commissione ad hoc.

“Così bello, così pericoloso”

Ma già molto prima gli enti turistici, primo fra tutti quello cantonale, non avevano mai smesso di promuovere campagne mirate di sensibilizzazione attraverso tutti i possibili strumenti: informazioni in diverse lingue, manifesti formato mondiale, cartelli, segnalazioni.

Basta un giro in Valle Maggia o in Valle Verzasca per imbattersi, già subito all’imbocco delle vie d’accesso, in cartelli molto espliciti: una foto gigante del fiume con la dicitura, in diverse lingue, “così bello, così pericoloso”.

Senza contare, poi, i consigli e gli inviti alla prudenza della gente del posto che non si stanca mai di avvertire i turisti sui reali ed insidiosi pericoli nascosti nelle acque limpide ed invitanti dei fiumi ticinesi.

Viene pure regolarmente rinnovato il monito a non praticare il campeggio selvaggio. Ma, incuranti del pericolo e sorde ai consigli, troppo spesso molte persone fanno di testa loro. Pagando, in certi casi, un prezzo altissimo.

Una lista nera per i fiumi

Dalla sua costituzione, la Commissione cantonale “Fiumi ticinesi sicuri” ha allestito – in collaborazione con il Dipartimento delle istituzioni e della Polizia cantonale – una lista nera in cui sono catalogati i fiumi ritenuti pericolosi o a rischio di annegamento.

I fiumi con il “marchio rosso” sono una quarantina e scorrono prevalentemente nel Sopraceneri; oltre alla Maggia e alla Verzasca, sono elencati anche corsi d’acqua in Leventina, Blenio, Riviera, Onsernone.

Si tratta di fiumi legati quasi tutti a bacini idroelettrici: fiumi, dunque, con correnti deboli in superficie ma forti in profondità, che possono pertanto trarre in inganno i bagnanti.

“Da anni la Commissione è impegnata sul fronte della prevenzione – ha commentato il presidente Claudio Franscella – e da alcuni mesi sta studiando nuove misure per rafforzarla ulteriormente. Ma purtroppo l’informazione non basta: occorre anche il buon senso e la conoscenza dei propri limiti”.

All’avvio della campagna di informazione, lo scorso mese di maggio, la Commissione aveva infatti ribadito l’importanza di misurarsi alla proprie capacità, poiché “la sicurezza come qualità di vita non dipende solo da norme e leggi, ma soprattutto dal buon senso di ciascuno”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Negli ultimi 30 anni gli incidenti nelle acque del Ticino sono stati oltre 500 (oltre 330 morti); nei fiumi gli incidenti sono stati oltre 260 (oltre 160 morti)
L’anno scorso in Svizzera i morti per annegamento sono stati 47, di cui 3 in Ticino
In Ticino i cartelloni “così bello, così pericoloso” resteranno esposti sul territorio cantonale fino alla fine del mese di ottobre

La Commissione cantonale “Fiumi ticinesi sicuri” sta analizzando molto attentamente la problematica legata agli sporti estremi – in particolare il “canyoning” – che vengono praticati nei corsi d’acqua a valle dei bacini idroelettrici.

Sono attualmente in corso, per mirare al meglio la prevenzione, numerose audizioni con gli specialisti del settore.

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