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“L’ospedale da campo” di Don Massimo Biancalani

"Il Vangelo ci dice che dobbiamo mettere i poveri al centro. Beh, più al centro di così...". Sono queste le parole di amara ironia di Don Massimo Biancalani. Tvsvizzera.it ha incontrato il sacerdote nella sua Parrocchia, a Vicofaro, ancora parzialmente inagibile a causa delle criticità rilevate dalle autorità.

“La comunità come un ospedale da campo” è l’immagine, cara a Papa Francesco, che don Massimo ha seguito alla lettera per sviluppare la sua comunità parrocchiale. Non solo, questa immagine che riflette il “donarsi” nell’assistenza e nella cura dell’altro, calza perfettamente allo spirito di questo sacerdote di Vicofaro a Pistoia. 

La sua parrocchia, un ex convento del settecento, assiste i poveri, le famiglie e ospita un centinaio di migranti. Don Massimo è arrivato alla notorietà a fine agosto per un episodio: aver portato un gruppo di migranti africani a fare un bagno in piscina. Il fatto è arrivato, attraverso i social network, all’attenzione del Ministro dell’interno Matteo Salvini che, dopo un tweet di scherno sull’accaduto, sembrerebbe non aver mai abbassato l’attenzione sul parroco e sulla sua comunità. 

Mentre anche altri esponenti politici di destra criticavano pubblicamente l’eccessivo “protagonismo” del don, l’edificio parrocchiale veniva sottoposto a molteplici e (secondo molti) inconsueti, controlli. La prefettura, il comune, i vigili del fuoco, si sono affrettati a controllare con perizia l’edificio parrocchiale trovando delle criticità, definendolo inidoneo all’accoglienza. 

I vigili del fuoco hanno riscontrato del rischio di incendio in un locale cucina; per la compresenza di tre punti di fuoco: macchina del gas, forno a legna e forno elettrico, insieme ad una caldaia per l’acqua calda e dei lavandini. Per questo l’intera ala dell’edificio, compresi i piani superiori sono stati dichiarati inagibili, costringendo don Massimo a spostare dodici ragazzi immigrati, facenti parte del progetto Cas, Centro di accoglienza straordinaria, in un altro edificio della parrocchia.

Da tre anni don Massimo accoglie ed assiste migranti come può, in ogni angolo della parrocchia. Un attivismo che disturba e che don Massimo non è minimamente intenzionato ad abbandonare.

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